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Descrizione dell'Evento

Tre autori alla Galleria Centro Steccata dal 19 aprile al 20 luglio. Una mostra a cura di Valerio Dehò

Dario Brevi: vita da cani e altri animali

Lavori realizzati nel 2008 in acrilici su Medium Density Fibreboard, pannello di fibra a media densità , tecnica e materiale da sempre utilizzato dall'artista.
La mostra é dedicata al rapporto simbolico tra il mondo animale e l'uomo. Riprendendo la lezione di Esopo gli animali diventano metafora del comportamento umano e ironica rappresentazione del mondo dell'arte, degli atteggiamenti degli artisti, del ruolo di galleristi, di collezionisti, di critici d'arte, ecc…Per esempio nell'opera “La volpe ci arriva prima”  la volpe é la figura allegorica del gallerista talent-scout che prima di altri intuisce e sa leggere il lavoro del giovane artista, così come l'opera “Vita da cani” diventa metafora della faticosa vita di gran parte degli artisti.
Antonella Mazzoni
L'idea che motiva il suo percorso é realizzata attraverso la pittura acrilica con aerografo su tela. Questo perché la pittura é un linguaggio universale, che non ha bisogno di traduzione: un'esperienza che tutti hanno vissuto in prima persona.
L'immagine é realizzata in modo figurativo, per rendere espliciti i riferimenti simbolici.
La sua ricerca é tra il non detto dell'immagine e il non detto della parola.
Ogni progetto é composto da un numero chiuso di opere, da un testo scritto sulle opere stesse e dal titolo. Questo offre una visione complessa, leggibile a vari livelli.
La necessità  é quella di condividere con lo spettatore l'intuizione dell'arte perché le cose possano continuare ad accadere.
Wal: gli animali, l'ironia dell'infanzia perduta
L'universo degli esseri viventi di Wal si é arricchito, negli ultimi anni, con la progressiva comparsa di animali (il maiale, il gatto, il cavallo, la mucca, il cane, il coniglio, il pinguino, il rinoceronte) , talvolta ancora associati al putto, che paiono evocare le immagini della tenerezza che sempre si dà  nel rapporto tra bambini e animali, ma che spesso occupano da soli la scena, e con un deciso passaggio dal monocromo bianco ai colori sfarzosi e squillanti (giallo, rosso, blu, rosa, verde) che rivestono il loro corpo e le strutture nuove, ardite, su cui abbandonati i cuscini, si sono issati e installati, fino a diventare una sorta di trofeo collocato su una base. Questi ultimi lavori sono realizzati con materiali poveri di riciclo: é come se Wal, per dare corpo alla fantasia e al mistero e all'esigenza di realizzare opere che incantano anche per i colori, ci lanciasse il messaggio che il piacere della fantasia e del gioco si nutre soprattuttodel puro desiderio di assemblare, di inventare, di prefigurare ciò cui cose, magari povere, anche profondamente diverse, l'una sull'altra innestate, possono dare vita. Dietro queste opere non c'é, però, un'idea banalmente ottimistica della vita; le sue figure non sono lo specchio di un inguaribile ottimismo che chiude gli occhi di fronte al tragico, ma piuttosto della nostalgia di un tempo, per molti forse irrimediabilmente perduto, ma non per chi ancora sa che ciò che davvero alla fine conta sono solo la passione del fare, la capacità  di sognare e di stupire, di reinventare il passato, il piacere dell'ironia.

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