Boxe Boxe: l'ironia dell'hip-hop tra danza e pugilato
il 27 novembre 2011
vedi sulla mappaFerrara CORSO MARTIRI DELLA LIBERTÀ 5 - Ferrara
Info: 0532-202675
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Un sottile lavoro d’equilibrio tra boxe e danza, tra musica contemporanea e musica classica. E' la nuova sfida del coreografo francese Mourad Merzouki, che con la sua compagnia Käfig ritorna al Teatro Comunale di Ferrara per presentare in prima nazionale Boxe Boxe.
Lo spettacolo andrà in scena, nell'ambito della stagione di Danza 2011/2012, domenica 27 novembre alle 21. Gli otto danzatori saranno affiancati in scena dal Quartetto Debussy, che eseguirà dal vivo la partitura musicale.
Al cuore del lavoro di Merzouki troviamo l’aspirazione a sospingere l’hip-hop al di là dei confini della danza di strada. Fin dal 1996, anno in cui fonda la compagnia Käfig, le sperimentazioni e le vie percorse per contribuire a svilupparne il linguaggio e dirigerlo verso una dimensione artistica riconosciuta sono state numerosissime e felici. Da Recital (1998), curiosa lega in cui l’energia dell’hip-hop si mescolava con le sonorità del violino e del talk box a Terrain Vague (2006), “luogo-non-luogo” di cui ci si può appropriare e dove tutto diventa possibile, fino allo straordinario incontro di capoeira, samba, musica elettronica e bossa nova di Agwa (2010), Merzouki ama destabilizzare la nostra visione della danza, capovolgere le regole del gioco, fondere con humour spericolato e intelligente generi e linguaggi solitamente lontani. Boxe Boxe è un perfetto esempio: spettacolo fatto di danza e di boxe, esplora in primo luogo le corrispondenze fra queste due discipline, ricomponendo in un’unica visione dimensioni e tensioni solitamente percepite come opposte. Se alla leggerezza dell’una viene solitamente accostata la brutalità dell’altra e al piacere della prima viene comunemente contrapposta la violenza della seconda, Boxe Boxe offre al pubblico una visione riconciliante e scanzonata di entrambe, giocando con umorismo sui loro contrasti e affinità.
Il tutto in una atmosfera calma e trasognata, più affine a una pellicola di Tim Burton che a una palestra di boxe. Con un uso stravolto degli oggetti su un minuscolo ring, va così in scena un combattimento fra rossi guantoni umanizzati, mentre un arbitro-pupazzetto viene sbeffeggiato per le sue ridicole manie. “La boxe è già di per sé danza”, racconta il coreografo. E infatti ad ogni elemento del combattimento corrisponde una dimensione propria dell’arte coreografica: dal ring alla scena, dal suono del gong al levarsi del sipario, dallo sguardo dell’arbitro allo sguardo dei critici, le similitudini sono numerosissime. La danza, proprio come la pratica di un’arte marziale o di uno sport di lotta, richiede fatica, sudore, sacrifici disinteressati; “l’interprete”, boxeur o danzatore, deve mettersi a nudo di fronte al suo avversario, vedi al suo pubblico, cercare di celare i propri difetti, di schivare i colpi e soddisfare le aspettative di tutti. A pugni stretti, con i guantoni ben calzati, Merzouki e la sua compagnia giocano con gli aspetti mitici della boxe e danno vita a una pièce di grande generosità, dove non ci sono che ruoli principali e i musicisti – sul palco assieme ai danzatori – partecipano al divenire dello spettacolo.
Abituati a gettare ponti fra le arti – contano al loro attivo collaborazioni con Maguy Marin, Anne Teresa de Keersmaeker, Philippe Delaigue, Olivier Mellano – i musicisti del Quartetto Debussy amano sperimentare e condividere. Qui portano sul ring Ravel, Verdi, Mendelssohn, Schubert, Glass e Gorecki. Tra lirismo, nostalgia e comicità stanno al gioco e, con tutta la compagnia, allargando le braccia accolgono un altro modo di fare musica, un’altra possibilità di stare sulla scena.