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Arrigo Sacchi a Mobycult

il 12 agosto 2015

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Castel Sismondo Rimini Piazza Malatesta  -  Rimini

Info: 0541 23624

Descrizione dell'Evento

E' arrivato il momento di incontrare uno degli allenatori a cui il calcio italiano deve di più: Arrigo Sacchi.

Dopo un appuntamento appassionante con Stefano Callegaro, in data 9 agosto e Roberto Pinotti lunedì 10, ore è arrivato il momento di incontrare Arrigo Sacchi presso il salotto di MobyCult, conosciuto come il "Profeta di Fusignano". Questo appuntamento viene fissato per mercoledì 12 agosto, presso il Cortile del Soccorso di Caltes Sismondo a Rimini. In questo modo Arrigo Sacchi parlerà della sua biografia, che da pochi mesi sta popolando le librerie del nostro paese.

Il titolo del libro è "Calcio Totale. La mia vita raccontata a Guido Conti". Il colloquio avverrà con il giornalista sportivo Cesare Trevisani. In questo libro avremo piacere di ascoltare i suoi aneddoti, i retroscena, ricordi intimi che descriveranno questo personaggio che non ha mai giocato in alti livelli, ma che è riuscito a scrivere una pagina del calcio mondiale.

Parlerà della vita di paese, di suo padre e la chiamata in guerra, dei primi incontri in qualità di bibliotecario di Fusignano, che gli permetteranno di comprendere i primi aspetti del calcio.

Parlerà anche dell'incontro con Italo Allodi, che immediatamente credette a lui come trentenne, dedicandosi completamente  al calcio. Sacchi è pronto per grandi sfide, che gli permettono di ascendere nel firmamento del calcio. 

Nel giro di soli 10 anni passa dal Rimini al Parma, ma la sua conferma nel firmamento calcistico è l'allenamento del Milan, dove arriva a vincere tutto. Storica è la vittoria con la nazionale e la finale arrivata a perdere ai rigori.

Arrigo Sacchi ricorda che nel calcio la vittoria si ottiene con la testa, e dopo con i piedi. Nella sua carriera di commissario tecnico, ha avuto grandi vittorie, ma anche grandi sconfitte brucianti, che gli hanno cambiato il modo di vedere la sua vita. 

I valori più importanti per lui sono il fare squadra, perseguire l'obiettivo senza farsi prendere dall'individualismo, evitando di caricare il calcio di inutili utopie.

Parlerà anche della sua prematura scomparsa dalle panchine, a motivo del forte stress subito, ma il suo bagaglio di esperienza è servito per formare altri grandi allenatori, come Ancelotti. Questa biografia aiuta a comprendere come il calcio può diventare una scuola di vita, che riesce a formare il destino di un uomo ma anche quello di un intero Paese, raggiungendo soprattutto i giovani.

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