Anziani e Volontariato La nuova immagine della terza eta
il 23 maggio 2009
vedi sulla mappaParma Altro
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Non chiamateli vecchi: i nostri anziani sono sempre più giovani, vitali, con la voglia di scoprire e di conoscere. Praticano sport, leggono, studiano, si spostano. È questa la nuova frontiera della "terza età", che infrange ogni stereotipo e costringe la società a ripensare una figura spesso vista come un peso e non come una risorsa. Sono questi alcuni degli spunti emersi dal convegno "Invecchiamento e vita autonoma: quale ruolo dei servizi alla persona?" ospitato il 28 febbraio a Venezia e organizzato da Regione e Università Ca' Foscari.
È un dato di fatto che l'aspettativa di vita media sia salita di molto negli ultimi anni ed è un dato di fatto che continuerà a salire nel prossimo quarantennio. Le ultime stime dell'Istat (aggiornate al 2006) parlano chiaro: gli over 65 in Italia sono oltre 11 milioni e 616 mila e diventeranno 18 milioni e 788 mila nel 2050. Gli over80 invece sono 3 milioni e diventeranno 7 milioni e 738 mila nel 2050.
"Tra poco più di quarant'anni l'aspettativa di vita per la donna toccherà gli 89 anni, per gli uomini arriverà a 83 - spiega Vincenzo Cesareo della Facoltà di Scienze politiche dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. - Questi incrementi collocheranno l'Italia al vertice di una ipotetica graduatoria europea. Nel 2005 l'Italia ha infatti raggiunto la percentuale più alta d'Europa per la presenza di persone over 65, anche se si calcola che nel 2050 la Spagna ci supererà e che, a livello mondiale, il Giappone supererà l'Europa. Cina e India hanno - e presumibilmente continueranno ad avere - i valori più bassi in assoluto".
L'esperto mette poi in guardia chi vede nell'immigrazione e nella maggiore natalità degli stranieri rispetto agli italiani la soluzione per contrastare l'invecchiamento del Paese: "Non si deve sopravvalutare l'impatto di questo fenomeno" avverte, sottolineando che i giovani (fino ai 19 anni) nel 2050 saranno soltanto 9,5 milioni. Altri dati mettono in evidenza che l'Italia invecchia, ma non in modo uniforme: nelle aree urbane la presenza di anziani diminuisce sensibilmente.
Tanti anziani, quindi, ma soprattutto tanti "giovani vecchi": la terza età è vissuta sempre più in maniera attiva, per questo è necessario ripensare il ruolo di questa fascia d'età, così preziosa all'interno di un sistema di welfare. Basti pensare che il 36% dei pensionati è impegnato in qualche attività: il 19% pratica sport, l'11% fa volontariato. Si è poi riscoperta la voglia di ricominciare a studiare: su tremila Università della terza età nel mondo, 300 sono solo in Italia. "Mai come ora appare desueta l'immagine del pensionato che gioca a carte e bocce - continua l'esperto: - i maschi si dedicano al trekking e alla bicicletta, le donne a ginnastica e danza".
E conclude: "Si devono superare gli stereotipi che vogliono la vecchiaia come un disagio, perché sottostimano le potenzialità di questa fase dell'esistenza umana. Si deve, al contrario, acquisire piena consapevolezza delle problematiche legate all'invecchiamento, senza soffermarsi solo sugli elementi di criticità. Va ricordato che se il ciclo della vita si è allungato è una conquista, il risultato dello sviluppo sociale".