dal 02 al 13 maggio 2007
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Al Teatro delle Passioni di Modena "Angels in America" di Tony Kusher - 2-13 maggio
Una scena dello spettacolo
Il dramma (o commedia) di Tony Kushner ha fatto, oltreoceano, incetta di premi (Pulitzer nel 1993, numerosi Tony Award, e infine 5 Golden Globe e 11 statuette agli Emmy Awards per la versione televisiva con Al Pacino, Meryl Streep e Emma Thompson) e, al suo debutto londinese per la regia di Declan Donnelan, è stato definito dal Sunday Times "una Divina Commedia per un?età laica e tormentata; un terremoto nel teatro, sconvolgente, terribile e magnifico".
Il sottotitolo, esplicito, "fantasia gay su temi nazionali", non sintetizza tutta la ricchezza dell?opera e la complessità dei personaggi: Kushner infatti affronta di petto il tema dell?identità, ma senza volerlo esaurire sotto il profilo sessuale; per sondarne, piuttosto, tutte le componenti, razziali, religiose e culturali, e per dipingere un mondo - il nostro - nel quale gli esseri umani faticano disperatamente a riconoscersi e accettarsi con consapevolezza e dignità.
I due testi raccontano le vicende sentimentali e i conflitti di due coppie: la relazione gay tra Prior Walter, che scopre di essere malato di Aids, e Louis Ironson, incapace di accettare la malattia e il dolore, e il matrimonio fra l?avvocato mormone Joe Pitt, dilaniato sia nelle scelte private che professionali, e Harper, giovane moglie depressa; le loro storie s?intrecciano a quelle di Roy Cohn, personaggio realmente esistito, famoso e potente avvocato, votato all?esercizio del potere e della propria immagine pubblica, e di Belize, infermiere professionale, ex travestito ed ex amante di Prior. Sono tutti rappresentanti del melting pot della Grande Mela - neri, ebrei, mormoni, omosessuali dichiarati o nascosti, eterosessuali - che, pur se legati a un preciso contesto storico (gli anni Ottanta), grazie alla scrittura di Tony Kushner si elevano a emblemi attuali e universali di un?umanità dolente.
Ma il registro della quotidianità, la concretezza del dolore e della malattia descrivono solo in parte questo testo immaginifico e barocco che, mischiando richiami shakespeariani e momenti da telenovela, sentimentalismo e ironia, porta in scena, oltre agli angeli del titolo, apparizioni, allucinazioni e fantasmi in un continuo dialogo tra terreno, ultraterreno e trascendente. Gli angeli non sono quelli consolatori che volano sopra il cielo di Berlino, ma esseri grandiosi, egocentrici, narcisisti, un po? hollywoodiani, che hanno il compito terribile di trovare colui che più di ogni altro sa aprire gli occhi su quest?epoca confusa e infelice, orfana di ideologie e di ideali.
La compresenza di differenti linguaggi teatrali - la quotidianità e il sogno, il cinema e il barocco, il comico e il tragico - costituisce dunque una sfida affascinante ed inedita alla quale Elio De Capitani e Ferdinando Bruni si sono accostati ripensando il loro lavoro sul teatro contemporaneo da una parte e sul teatro shakespeariano dall?altra.
Lo scenografo Carlo Sala ha immaginato, complice l?architettura industriale del Teatro delle Passioni, di trovarsi in una galleria newyokese degli anni Ottanta, aperta ad accogliere performance di ogni tipo; seguendo questa intuizione ha voluto ricostruire l?ambiente essenziale della sala modenese, con mura di mattoni chiari, anche nello spazio dell?Elfo per le repliche autunnali. Gli elementi scenografici sono solo quelli indispensabili al procedere dell?azione: in questo testo, che attraversa numerosi interni e paesaggi, le parole hanno una grande forza evocativa, proprio come in Shakespeare. I pochi oggetti e arredi richiamano l?arte americana degli anni Ottanta, la pop art, il segno Keith Haring, e anche i contributi video di Francesco Frongia assecondano questa idea iconografia. Non mancheranno, in tutto ciò, trucchi teatrali di tipo tradizionale, dichiarati e visibili, come vuole l?autore: "Gli elementi fantastici devono essere realizzati puntualmente, come esempi della meravigliosa magia del teatro, il che significa che il trucco si può anche vedere, e forse è bene che lo si veda".
A Elio De Capitani è affidato il ruolo di Roy Cohn, avvocato di successo, già pupillo di MacCarthy, il senatore che scatenò la terribile caccia alle streghe che infangò la storia degli Stati Uniti nel dopoguerra. "Il personaggio ? dice lo stesso Kushner - è basato sul defunto Roy M. Cohn (1927-1986) che era fin troppo reale; la maggior parte delle azioni attribuite al personaggio Roy, ad esempio i suoi contatti illegali con il giudice durante il processo di Ethel Rosemberg, sono documentate dagli archivi storici (i coniugi Rosemberg finiranno alla sedia elettrica per l?accusa di alto tradimento): ma questo Roy è opera di fantasia; le sue parole sono inventate e mi sono preso una certa libertà". Accanto a lui Cristina Crippa e Ida Marinelli, due volti storici della compagnia dell?Elfo, Elena Russo Arman, l?attrice più giovane associata al nostro gruppo, Cristian Maria Giammarini, già interprete di molti spettacoli dell?Elfo, oltre a tre giovani attori, Edoardo Ribatto, Fabrizio Matteini, Umberto Petranca.
Info: 059 2136011