Festival Musica contemporanea a Bologna con "Angelica"
dal 06 al 31 maggio 2009
vedi sulla mappaBologna Altro
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Il programma è aperto e accoglie al suo interno pressoché tutte le forme musicali della ricerca contemporanea.
AngelicA 19 possiede perciò molti degli elementi che ne hanno caratterizzato la sua storia, come a far confluire nello stesso quadro anche tutte quelle forme che malgrado la necessità di unità tendono alla separazione.
Atmosfera da camera, rock speziato e ricercato, trasfigurazione e studio del suono, elementi concettuali, canzone ritrovata e rivista, elettronica di varia natura, soli e insiemi; le giornate del festival vedranno alternarsi progetti che riguardano l’improvvisazione radicale insieme a musica contemporanea, scelta e pensata con gli interpreti secondo un’idea di "composizione" che non cerca necessariamente il contrasto, che, semmai, offre ulteriori possibilità di lettura. Un sax free può essere un ottimo preludio a un recital di composizioni per pianoforte solo: entrambi acquistano altro senso.
Nel 2009 l’attività di AngelicA coinvolgerà anche quella del festival Aterforum, importante realtà che da Ferrara, dove si sono svolte le ultime edizioni, si trasferisce a Bologna. Una collaborazione che nasce dalla affinità fra due festival da tempo rivolti al contemporaneo.
Ecco alcune immagini sul programma.
Maryanne Amacher ha fatto della ricerca sul suono una missione e la sua performance riflette su questo; nel suo progetto pensato per uno spazio specifico - Animation of Sound Characters in St. Leonardo – Maryanne lascia parlare il suono e fa risuonare il teatro: se un suono si trova da solo in una stanza e chi ascolta si trova in un altro ambiente, come si trasforma il suono originale attraverso lo spazio e la percezione del pubblico? Abituati ai concerti con la fonte di fronte, in questa diversa dimensione si accendono altri aspetti dell’ascolto. Nel processo di installazione della fonica, Maryanne medita lo spazio per offrire al suono un luogo nel quale si possa esprimere, sceglie i suoni da proiettare che assumeranno altre forme a seconda del viaggio che faranno per arrivare al pubblico e in concerto, in un certo senso, si limita a rispondere al suono che parla.
Ab Baars è una voce unica; al tenore può far rimuovere blocchi di emozioni, come si spostassero all’interno del corpo di chi ascolta; è il potere della musica, di chi la suona, che ci fa sentire dove sono le soluzioni, ci fa vedere dove abitano. RITRATTI parla Sydney Bechet, Misha Mengelberg, il Mare di Anzio, Toru Takemitsu; Ab Baars è un Clark Kent delle ance.
Alfonso Alberti presenta con CANGIANTI l’integrale per pianoforte di Nicolò Castiglioni (1932 – 1996); è sorprendente come un giovane musicista, e in questo tempo dove si parla di contemporaneo e ancora poco si fa in questa direzione, si dedichi con tale cura e possa far scoprire aspetti di quel compositore o del suo pianismo che prima non erano così in luce; ha scritto una tesi, un libro, su Nicolò Castiglioni, che pare anacronistica, ma che in realtà possiede quella forza necessaria per spingere certa musica fuori dai classici circoli; una sorpresa.
Bérangère Maximin rivela una certa trasparenza; la sua musica crea un’architettura dove i suoni ci ricordano che la coerenza non è sempre necessaria, in quanto può far perdere di vista l’arte, la poesia; si potrebbe parlare di trasfigurazioni del suono; un fiammifero si accende nell’acqua e ci regala una terza immagine; il suono può.
Manuel Zurria è un flauto noto, ha una lunga storia di collaborazioni con importanti compositori che gli hanno affidato la loro musica, è uno di quei musicisti che possono tradurre in musica una pagina scritta, con questo programma per AngelicA si spinge oltre: esegue in sequenza tutte le pagine come per cercare, o far trovare a chi ascolta, un nuovo risultato; non ci si ferma per l’applauso; con MURODISUONO 3 b esegue composizioni di Stefano Scodanibbio, Philip Corner (in prima assoluta), Alvin Lucier, Giacinto Scelsi, Jacob TV, Arvo Pärt in versioni originali collaudate, approvate, e anche realizzate con gli autori.
Andrea Rebaudengo prepara un altro repertorio per AngelicA; tra meccanicità in movimento, efficaci giochi di suono e forza compositiva, PENULTIMO PIANO è evocativo, riguarda il contemporaneo e insieme qualcosa di ieri - Mauricio Kagel, Julia Wolfe, György Ligeti, Galina Ustvolskaya -, che in molti non hanno mai ascoltato.
Barcelona Series è un insieme di strategia improvvisativa e miscelazione, combinazione, del suono; Sven Åke Johansson, Andrea Neumann e Axel Dörner sono gli interpreti, e compositori in tempo reale di questo processo, tre personalità che possono far suonare i propri strumenti come fossero altri oggetti.
Silvia Mandolini ci presenta un altro repertorio studiato per AngelicA: un viaggio di violino dal 1971 al 2009 con Bruno Maderna, Giorgio Magnanensi, Luca Francesconi, Serena Teatini, Franco Donatoni; tra virtuosismo, sistemi di suono e aleatorietà, il violino è solo.
Anacronistica è la Bologna Improvisers Orchestra, il cui nome fa eco alla London Improvisers Orchestra (formazione ormai storica); la B.I.O. è stata fondata da un gruppo di musicisti di ultima generazione che suonano insieme ad altri che da molti anni vivono l’improvvisazione; la musica si proclama libera; si percepisce quell’aria giovane che possiede la forza di essere ingenua e di spingersi a cercare, a conoscere, senza farsi troppi problemi; il risultato forse poco importa, serve spinta; e Bologna riacquista forza senza saperlo.
Giuseppe Ielasi fa della ripetizione e stratificazione un processo musicale nel quale molti elementi confluiscono; abile nel sostenere il flusso, il fiume sonoro è orizzontale, qualche suono vorrebbe essere verticale; Giuseppe Ielasi è un compositore nascosto.
ID M Theft Able è una rivelazione: il suo teatro di oggetti amplificati che il musicista agita su un tavolo interagisce con la propria voce, o forse sono gli oggetti che interagiscono con la voce, si mangiano a vicenda; anche gli oggetti parlano e cantano come fossero animati, tra il teatro e il cartone animato; il pubblico partecipa alla storia che viene a crearsi.
L’Ensemble Phoenix Basel è uno di quegli ensemble specializzati in musica contemporanea, sostenuti dalle istituzioni svizzere, che riempie quasi un vuoto in Italia, quello della difficoltà di esistere se la musica che fai riguarda l’oggi e il domani; un programma con musiche di Giacinto Scelsi, Alex Buess, John Duncan; Phantom Broadcast è il titolo della composizione di John Duncan: qui lo troviamo nella veste inedita di direttore d’orchestra che traduce una composizione elettronica in un vocabolario di suoni acustici; è attraverso la traduzione che si vuole creare qualcosa, tra l’origine e il significato finale; una cosa nasce in un modo e tradotta in un altro mette in luce aspetti che non erano previsti.
Pamelia Kurstin è una musicista virtuosa di theremin (strumento inventato da Leon Theremin negli anni ‘20) capace di riprodurre con il suo strumento un tema di Debussy o farlo diventare un violino, se occorre, oppure trovarsi a fare pizzicati di contrabbasso in una sezione ritmica jazz; il tutto muovendosi nell’aria all’interno di campi magnetici; ma la sua ricerca va oltre e si arricchisce di suoni sintetizzati che portano il theremin in altri luoghi, meno conosciuti; vedendola suonare nell’aria si ha l’impressione che il mondo invisibile sia più reale di quanto si pensi.
Vincenzo Vasi è un musicista raro, esistono poche voci così versatili e con quella esperienza, spesso ospite o collaboratore in progetti anche di altri (ELLA GURU, N.O.R.M.A., Mike Patton MONDO CANE, Vinicio Capossela, ...), è un musicista al quale puoi affidare un’idea: è soddisfatto quando l’autore è soddisfatto; AngelicA gli ha commissionato questo lavoro che condivide con Giorgio Pacorig; era da tempo che si pensava a questo progetto nel quale, dopo tanto sano servizio offerto ad altri, il tema centrale diventi tu; la voce di Vincenzo fa rivivere musiche e canzoni mai ascoltate insieme in questa selezione.
Gli Ex festeggiano 30 anni di storia nel 2009, con la big band e Getatchew Mekuria è la prima volta che vengono in Italia; è ormai tradizione per gli Ex caratterizzare, organizzare il loro lavoro con la presenza di ospiti speciali che sono distanti dalla loro poetica (Tom Cora, Han Bennink e molti altri); con Getatchew Mekuria (raccomandiamo di ascoltare i suoi dischi originali) incontrano la musica etiope, o per essere più precisi una certa ricerca fatta anche con strumenti elettronici da parte di un musicista che unisce tradizione a nuovi linguaggi, creando una miscela di musica originale; oltre alle valenze umane e sociali che risultano da questi incontri (ci si cambia a vicenda), il loro rock di ricerca si si apre.
HÜBEBLO è il trio formato da Claus van Bebber, Jaap Blonk, Carl Ludwig Hübsch; l’accostamento fra gli strumenti (tuba, giradischi, voce) e le specifiche personalità crea una naturale esplorazione del suono: acustico e trasparente ma con tutte quelle tensioni necessarie per spostarsi in luoghi nei quali nessuno dei 3 andrebbe.
BLANK plays DUDEN sono 3 giradischi, esseri roteanti, messi in movimento da Rudiger Carl (già ad AngelicA ma con clarinetto, sax tenore e fisarmonica), Oliver Augst e Christoph Korn; ricorda qualcosa dell’arte concettuale ma in realtà sembra si basi sul senso del nulla; asciuga la musica da tutte quelle pesantezze che ricordano forme musicali consumate; con strumenti inusuali e domestici costruiscono composizioni ai confini tra musica e suono, tra pieno e vuoto; sono anni che BLANK, anche con soggetti e strumenti diversi, lavora sul suono ricercando e trovando quell’ibrido che poi col tempo parla.
Lawrence D. “Butch” Morris con FOLDING SPACE presenta un progetto inedito e difficile da realizzare in Italia e all’estero, che arriva dopo il popolarissimo MONDO CANE di Mike Patton che ha unito generazioni altrimenti distanti per gusti e storia (il tema era la canzone italiana degli anni ‘50 e ‘60 rivista in chiave pop-sperimentale) nelle città di Lugo, Modena e Salsomaggiore; si riprende l’operazione con un progetto completamente diverso: insieme alla Filarmonica Arturo Toscanini e ad alcuni ospiti scelti della scena creativa di New York con una cantante solista d’eccezione: Shelley Hirsch. Un lavoro originale, nuovo anche per i musicisti che ne fanno parte: si incontra la tradizione e le si mostra qualcosa che riguarda l’improvvisazione per un equilibrio sottile tra diversi linguaggi che hanno segnato il tempo, come se la sintesi che si sta cercando non sia veramente dentro queste “scuole di espressione” ma all’interno di ognuno di noi. Sono canzoni e musiche iper-romantiche, struggenti e recitative nell’interpretazione di Shelley Hirsch che si dimostra fra le cantanti di confine più importanti.
FOLDING SPACE fa parte di una residenza di Lawrence D. “Butch” Morris in Emilia Romagna, all’interno di un progetto dell’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna curato da AngelicA che prevede 4 produzioni originali e 5 concerti e che proseguirà fino al 10 Luglio nelle città di Lugo, Modena, Vignola, Santarcangelo, Parma.