Angeli La vicenda
il 20 marzo 2009
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Ciascuno di loro sembra presentare qualche "problema": Michele ha uno spirito cavalleresco e un temperamento un po' guerriero; Gabriele ama scrivere poesie e raccontare storie e visioni un po' deliranti; Raffaele è così sensibile da star male quando gli altri discutono animatamente; Ariele è tutto preso dai suoi progetti di volo, ma la sua testa tra le nuvole non gli impedisce di avere spesso dei comportamenti molto terrestri (per esempio, attaccare briga); Pierino detto "Panico" è un ragazzo estremamente vivace; mentre un altro ragazzo - che non ha nome ma risponde a quelli che gli suonano più congeniali - non parla affatto.I sei sono enfants terribles ma anche affettuosi, tristi e allegri per un niente, comici e tragici nello stesso tempo, desiderosi di volare in alto ma spesso obbligati a rimanere con i piedi per terra, pieni di fantasia, ma con qualche difficoltà ad esprimersi. Come angeli a cui sono state strappate le ali. O come molti ragazzi di oggi...Ogni sera, Angelo ha il suo daffare a convincere i sei ragazzi ad andare a letto. E ogni mattina deve inventarsi qualcosa di nuovo. Quel giorno decide di portarli a fare un giro nel parco e nella città per visitare una chiesa, una discoteca e un teatro. Lo sguardo che questi ragazzi posano sul mondo scopre aspetti particolari della realtà e fa sorgere il dubbio che non siano proprio "fuori di testa", ma persone che non hanno paura di esprimere quello che sentono. È per questo che può sorgere anche il sospetto che siano angeli - come loro ad un certo punto dichiarano -, annunciatori e messaggeri non di messaggi nuovi o rivoluzionari, ma semplici propositori di un nuovo modo di guardare le cose, che richiede il coraggio e la pazienza di prestare attenzione, lo stesso coraggio e la stessa pazienza che richiede l'amore.Il testo presenta molti inserti letterari e teatrali - da Il gabbiano Jonathan Livingston a Il piccolo principe, da Romeo e Giulietta (Regina Mab) a Il giovane Holden, dalla Bibbia (Isaia e Apocalisse) alla poesia (W. H. Auden) - per raccontare l’incanto e la sospensione di una disposizione esistenziale “angelica” (anche l’adolescenza in fondo è un’età “sulla soglia”: tra infanzia e maturità, tra il sogno e la realtà, tra l’illusione e la delusione, tra lo stupore e il disincanto…). Dunque lo spettacolo risulta un viaggio nell'inquietudine dell'adolescenza, ma più in generale parla della condizione di tutti coloro che stanno sulla soglia della crescita, dei cambiamenti, della ricerca di senso e di amore...