Amleto di William Shakespeare
dal 15 al 18 aprile 2010
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E non solo per la sua grandezza letteraria e drammaturgica, ma anche perché costituisce la più complessa espressione di un’epoca di grandi stravolgimenti – per certi versi paragonabile alla nostra – dove si assiste al crollo di valori e certezze, dopo il trionfo del Rinascimento. Amleto, in particolare, è il simbolo della crisi dell’uomo moderno di fronte al destino e alle proprie responsabilità, ma è anche una esemplare metafora del teatro come visione del mondo.
A dispetto dell'usura dei secoli, Amleto rinasce continuamente nella modernità di tutte le sue traduzioni, linguistiche e teatrali. Innumerevoli volte è stato rivisitato, rifatto, adattato, parodiato, integrato o miniaturizzato… . Problema dei problemi in cui si sono rispecchiati gli artisti più disparati e in cui getta ora lo sguardo la regia di Pietro Carriglio, per il quale teatro e metateatro sono da sempre al centro della fantasia scenica e dell’attenzione, per così dire, filosofica. Carriglio offre, con una magnifica compagnia di attori, una lettura teatrale molto ampia, limpidamente fedele al testo e allo stesso tempo ricca di invenzioni funzionalizzate alla esplorazione di quel “mistero” che Amleto rinserra nelle sue molteplici quinte (Alessandro Serpieri - da La deriva tragica di Amleto).