Alessandro Haber Platanov
dal 23 marzo al 23 febbraio 2009
vedi sulla mappaFidenza Altro
Questa volta l’attenzione è rivolta a un’opera giovanile del drammaturgo: il testo del 1880-1881, senza titolo, è stato etichettato dai critici come Platonov. Cechov vi disegna un eroe senza volontà e fa emergere quella contrapposizione tra due mondi, la nobiltà e la borghesia mercantile, che riapparirà nelle opere maggiori.
Il manoscritto è stato ritrovato un paio di decenni dopo la morte di Cechov che aveva lasciato accenni a un lavoro forse perduto o che aveva intenzione di distruggere. Il principio del dramma, la triste e melensa vita di provincia, la disgregazione delle proprietà terriera, la tristezza e l’abulia di essere falliti, l’immagine di una società in disfacimento introducono in un’atmosfera tipicamente cechoviana, così come cechoviano è il suo protagonista, Platonov, colui che poteva essere e non è stato, un uomo che pareva destinato da giovane a grandi cose e non è riuscito ad essere altro che un maestro di scuola. Testo romantico, ottocentesco, questo “dramma senza titolo” deve molto a Puskin, a Turgenev, persino a Dostoevskij, e disegna una figura di Don Giovanni di provincia, in un conflitto fra generazioni, profondo e senza comprensione reciproca, molto simile alla frattura tra vecchi e giovani, oggetto di tanta letteratura realistica dell’ottocento europeo. Apparentemente lontano dalla asciuttezza lirica delle opere teatrali mature, Platonov contiene già la perizia del giovane scrittore di novelle, con personaggi ben delineati, descritti con il talento e il disincanto dello scrutatore di anime. Gli stessi personaggi, in situazioni più disperate, ritroveremo in Zio Vanja o ne Il giardino dei ciliegi, con la differenza sostanziale di un maggiore pessimismo. In Platonov la cupezza esistenziale è stemperata dalla aggressività e dall’intemperanza romantica, giovanile di un Cechov ventenne.