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Alessandro Haber Platanov

dal 23 marzo al 23 febbraio 2009

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Descrizione dell'Evento

La nuova coproduzione di Nuova Scena – Teatro Stabile di Bologna ed Emilia Romagna Teatro Fondazione rinnova la collaborazione artistica tra il regista Nanni Garella e l’attore Alessandro Haber, iniziato nel 1992 con lo spettacolo Jack lo sventratore. In particolare, con Platonov Garella prosegue il lavoro di approfondimento sull'opera di Cechov che nel 2004 aveva condotto alla messinscena di Zio Vanja, spettacolo prodotto da Nuova Scena, che aveva messo in luce le doti di Haber come interprete checoviano.

Questa volta l’attenzione è rivolta a un’opera giovanile del drammaturgo: il testo del 1880-1881, senza titolo, è stato etichettato dai critici come Platonov. Cechov vi disegna un eroe senza volontà e fa emergere quella contrapposizione tra due mondi, la nobiltà e la borghesia mercantile, che riapparirà nelle opere maggiori.
Il manoscritto è stato ritrovato un paio di decenni dopo la morte di Cechov che aveva lasciato accenni a un lavoro forse perduto o che aveva intenzione di distruggere. Il principio del dramma, la triste e melensa vita di provincia, la disgregazione delle proprietà terriera, la tristezza e l’abulia di essere falliti, l’immagine di una società in disfacimento introducono in un’atmosfera tipicamente cechoviana, così come cechoviano è il suo protagonista, Platonov, colui che poteva essere e non è stato, un uomo che pareva destinato da giovane a grandi cose e non è riuscito ad essere altro che un maestro di scuola. Testo romantico, ottocentesco, questo “dramma senza titolo” deve molto a Puskin, a Turgenev, persino a Dostoevskij, e disegna una figura di Don Giovanni di provincia, in un conflitto fra generazioni, profondo e senza comprensione reciproca, molto simile alla frattura tra vecchi e giovani, oggetto di tanta letteratura realistica dell’ottocento europeo. Apparentemente lontano dalla asciuttezza lirica delle opere teatrali mature, Platonov contiene già la perizia del giovane scrittore di novelle, con personaggi ben delineati, descritti con il talento e il disincanto dello scrutatore di anime. Gli stessi personaggi, in situazioni più disperate, ritroveremo in Zio Vanja o ne Il giardino dei ciliegi, con la differenza sostanziale di un maggiore pessimismo. In Platonov la cupezza esistenziale è stemperata dalla aggressività e dall’intemperanza romantica, giovanile di un Cechov ventenne.

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