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Capolavori per pianoforte con Alberto Nosé a Bologna - 19 maggio

il 19 maggio 2008

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Bologna Altro

Descrizione dell'Evento

Danzare il destino: dalle Sonate op. 27 di Ludwig van Beethoven alla suite che Sergej Prokof'ev trae dal celeberrimo balletto Romeo e Giulietta, il tema del fato sembra attraversare questi autentici capolavori della letteratura pianistica, in programma lunedì 19 maggio presso la Chiesa di Santa Cristina di Bologna (Piazzetta Morandi) per la rassegna primo Piano della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna.

Ad interpretarli sarà  Alberto Nosé, fiore all'occhiello dell'Accademia "Incontri col Maestro" di Imola - e uno dei molti talenti di cui può vantarsi la scuola pianistica del nostro paese.

L'ingresso al concerto, che non prevede intervallo, é libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Alberto Nosé ha raccolto una vera e propria collezione di riconoscimenti in decine di concorsi internazionali: vincitore al "Maj Lind" di Helsinki, al Premio "Venezia" e al "Vendà´me" di Parigi, vi aggiunge nel 2005 la medaglia d'oro e il Premio del Pubblico al "Paloma O'Shea" di Santander, ottenuti forte del perfezionamento all'Accademia con Franco Scala, Boris Petrushansky, Antonio Ballista e Leonid Margarius. Di qui prende lo slancio la sua carriera, fra concerti e incisioni rilasciati con instancabile generosità .

Nosé presceglie per il suo recital bolognese due artisti che gli sono di certo affini per la fecondità  produttiva, cogliendone opere particolarmente significative e accomunate, ciascuna a suo modo, dal tema del fato e della tragedia. In Beethoven, l'emancipazione dagli schemi tradizionali dà  luogo nel 1803 alle due Sonate "quasi una fantasia" dell'op. 27, che fin dal titolo contrappongono alla struttura formale la libertà  inventiva dell'autore: la seconda della serie é quel capolavoro passato alla storia con il sottotitolo "Al chiaro di luna", datole da Ludwig Rellstab, che scorgeva nell'iniziale Adagio sostenuto il chiarore lunare riflesso sul Lago dei Quattro Cantoni. Il "dolore che, nella sua intensità , si ripiega su se stesso e si distrugge" (Cortot) trapassa nell'amore fatale di Romeo e Giulietta, il balletto da cui, oltre un secolo dopo, Sergej Prokof'ev trae l'omonima suite pianistica. La sua é "una musica ‘plastica' che non si accontenta di essere illustrazione, ma rivela il movimento interno dei fatti e la struttura dinamica, cioé l'essenza e il significato di ogni evento". Parola di un maestro dell'immagine come Sergej Ejzenstein.

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