La storia di un valore:Aiuto Materno a Castel Sismondo di Rimini
dal 21 al 27 settembre 2010
vedi sulla mappaCastel Sismondo Rimini Altro
dal 21 al 27 settembre 2010
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La sezione fotografica “Mi racconto” è curata dai ragazzi ospiti delle comunità educative.
Chi non conosce l’Aiuto Materno di Rimini? Un’istituzione che ha segnato il panorama riminese sul doppio binario sanitario (la Maternità fino al 1970 e l’Ospedalino dei Bambini fino al 1985) e socio-educativo (l’Istituto San Giuseppe ora Fondazione) per i minori con problematiche familiari. Punto di riferimento per tante persone, l’Aiuto Materno ha avuto vicende complesse e articolate che ha sempre saputo superare nonostante i momenti bui e le ristrettezze economiche adeguandosi, spesso in modo pionieristico, ai bisogni della comunità locale. E tutto ciò in un costante intreccio tra scienza e carità, grazie a personaggi illuminati di alto valore umano, culturale e scientifico e ai molti benefattori attraverso lasciti e donazioni.
Un progetto di ampio respiro Il 9 settembre 1910 nasceva l’Opera Pia per l’Aiuto Materno e Infantile, su impulso del pediatra riminese prof. Antonio Del Piano per combattere l’altissima mortalità infantile che dilagava specie nei brefotrofi. Gli orfanelli e i figli illegittimi (i nati fuori dal matrimonio che le madri erano costrette a partorire in anonimato, per il disonore, o ad abbandonare subito dopo la nascita nella cosiddetta “ruota degli esposti”) vivevano in condizioni drammatiche di insalubrità e affollamento. Ecco perché l’esigenza di un istituto per l’assistenza materno-infantile, sorto per iniziativa di 358 fondatori (in gran parte donne) e grazie alla benefattrice Nobildonna Isabella Soleri, suora di Carità, che apre le porte del Palazzo paterno in Corso d’Augusto 241, allora Strada Maestra.
In breve Del Piano riduce drasticamente la mortalità e il ricorso a balie mercenarie (il baliatico) dando assistenza e nutrimento alle madri povere e alle ragazze madri e incentivandole a riconoscere e allattare i figli. Una vera rivoluzione in quei tempi in cui non solo un figlio illegittimo era uno scandalo ma si dava anche ben poca attenzione alla salute della donna e dei bambini. Si dovrà infatti arrivare al 1938 per avere una divisione pediatrica nei grandi ospedali e ancor più tardi si svilupperà la dovuta attenzione alla gravidanza, al parto e alla prevenzione e cura dell’infanzia. Del Piano istituisce un moderno sistema di vigilanza sul bambino con visite periodiche sia a domicilio che negli ambulatori dell’Aiuto Materno, come avverrà molto più tardi nei consultori pubblici.
Nel 1930 nasce la Sala Maternità per donne povere che, ben presto, diventa ambita anche dalle signore bene. Molti adulti di oggi sono nati all’Aiuto Materno!
Nel 1966 viene inaugurato il nuovo reparto “Bronzetti” (dal nome dei benefattori), meglio noto come Ospedalino, che, sotto la guida del prof. Ugo Gobbi prima e del dr. Silvio Beverini poi, diventa un affermato polo di cure pediatriche con un Centro Immaturi all’avanguardia e moderne innovazioni come la presenza in ospedale della mamma, il collegamento con le cliniche universitarie, servizi diagnostici e ambulatori specialistici. Gli stessi pediatri ospedalieri visitano periodicamente i bambini nei consultori territoriali. Riconosciuto Ospedale Provinciale Specializzato, nel 1971 si arricchisce delle specialità di Neuropsichiatria e Psicologia Medica Infantile.
Con il passaggio delle competenze in materia di Sanità alle Regioni, diventa Presidio ospedaliero rientrando nella pianificazione regionale: già dal 1974 si avvertono segnali poco incoraggianti e il Primo Piano Sanitario (1981/1983) prevede la sua chiusura in quanto concentra tutta la pediatria riminese nella divisione pediatrica dell’Infermi. Una scelta molto dibattuta e osteggiata da più parti con raccolte di firme, aspri dibattiti e prese di posizione anche politiche che, tra ricorsi e sospensive, si trascina fino al 1985 quando l’Ospedalino chiude. Il personale in parte già trasferito all’Ospedale di Cattolica, viene collocato tra l’Ospedale Infermi e il Servizi territoriali materno-infantili. Anche la Neuropsichiatria Infantile, dopo ulteriori battaglie, nel 1988 passa all’Infermi con una Sezione autonoma chiudendo così definitivamente la vicenda sanitaria.
La componente assistenziale del San Giuseppe (già Ipab dal 1915 e divenuta autonoma nel 1970 nella nuova sede della “Casa del Marinaio”, dove ora c’è la Caritas diocesana) vive con fermento il profondo dibattito culturale post Sessantottino che porta al superamento del classico modello di istituto e alla nascita delle attuali comunità educative a dimensione familiare (la deistituzionalizzazione). Nel 2003 il San Giuseppe diventa Fondazione di diritto privato e gestisce un Centro diurno per l’handicap grave e, in partnership con la Cooperativa Il Millepiedi, cinque strutture socio educative compresa l’ultima nata, Casa San Lorenzo, prima comunità educativo-psicologica in provincia.
GLI EVENTI DEL CENTENARIO
LA MOSTRA A CASTEL SISMONDO racconta la storia dell’Aiuto Materno tra passato e presente; aperta dal 21 al 27 settembre (ore 9,30-12,30/16-19,30) ha anche una sezione “MI RACCONTO”, curata dagli stessi ragazzi delle comunità. Le suggestive sculture di Angela Micheli arricchiscono il percorso espositivo regalando emozioni inedite.
L’inaugurazione è martedì 21 settembre alle ore 16,30, insieme alla presentazione del terzo volume storico “La storia di un valore” curato da Antonella Chiadini e Paolo Freddi e alla seconda edizione del Premio “Scienza e Carità” a personaggi distintisi nel San Giuseppe.
Per l’occasione annullo filatelico speciale su cartolina commemorativa.
Molte le INIZIATIVE COLLATERALI: al mattino al Castello cineforum e visite guidate per le scuole (prenotazione al n° 054151268, direzione@sangiuseppe.org,); tutti i pomeriggi incontri su temi sociali compreso “Il valore sociale del costruire” insieme all’Ordine degli architetti, paesaggisti, conservatori e pianificatori di Rimini e il reading poetico di domenica 26.