Rossi-Stoner: scintille. Ma i tifosi omaggiano il Dottore

Quando mito e leggenda si fondono può nascere qualcosa di speciale. E se il mito è la Ducati, mentre la leggenda si chiama Valentino Rossi, il connubio è vincente. I tifosi Ducati, a Misano, sono soddisfatti ma per esporre le bandiere dedicate a Vale attenderanno che finisca il campionato.

Anche se per oggi annunciano che una piccola dedica al Dottore ci sarà. Intanto tra Stoner e Rossi sono volate scintille. Il Dottore ha punzecchiato Stoner: “La Desmosedici? Non la so giudicare, non mi sembra che Stoner si sia impegnato così tanto come ha fatto Lorenzo in Yamaha o Pedrosa alla Honda. Non mi pare stia dando il cento per cento”. L’australiano della Ducati non è stato zitto: “Rossi farebbe meglio a guardare
nel suo box, dove c’è uno che lo sta prendendo a calci nel sedere”. E i tifosi? Qualcuno ha da ridire su Rossi: “Sono contento che un fenomeno del genere venga in Ducati – dice Alessio Maltoni, pronto ad avventurarsi sul prato del circuito di Misano – solo mi sembra che ci siano molti, forse troppi, interessi commerciali dietro”.
Resta il fatto che il tifo a Rossi è garantito: “Abbiamo tifato per Gibernau, insomma… Non è che viene Aoyama…”, replica scherzando Roberto Migliori. C’è poi chi mostra la maglia Ducati 2007, l’anno del titolo iridato di Stoner: “Qui ci siamo arrivati senza fenomeni, solo con un’ottima squadra e un bravo pilota – spiega Martina Lorenzini – Cosa chiedo a Rossi? Di fare lo stesso. Sono anni che l’aspetto in Ducati, ora è arrivato e chi se ne importa se sia venuto da noi a chiudere la carriera, è un’opportunità straordinaria”.
A Marcello Marchi spiace l’addio della Ducati alla Superbike: “E’ come se avesse fatto all-in, mollando tutto per dedicarsi solo a Rossi e MotoGp. Speriamo di vincere!”. I tifosi Ducati sono dunque soddisfatti. Nessun problema tra i tifosi di Rossi, anzi: “Se dopo tutto quello che ha fatto Rossi, la Yamaha gli ha fatto capire che non ci sarebbe più stata aria per lui ha fatto bene il nostro fenomeno a salutarli. Ci ha perso Yamaha, ci guadagnano Ducati e l’Italia ”, dice Lorenzo, vestito con maglia e cappellino con impresso il numero 46.