Il settembre dantesco di Ravenna
Notizia pubblicata il 07 settembre 2011
Categoria notizia : Fatti Curiosi
Il 14 settembre del 1321 il ‘padre della lingua italiana’ Dante Alighieri morì a Ravenna. Nonostante i ripetuti tentativi da parte di Firenze per portare il corpo nella sua terra natale, le sue spoglie mortali sono rimaste nella città romagnola. Come ogni settembre Ravenna ricorda il poeta fiorentino conosciuto in tutto il mondo per la “Commedia” e autore del saggio “De vulgari eloquentia”, in cui ha cercato di giustificare l’utilizzo del volgare non solo per la poesia d’amore ma anche per la filosofia, la cultura e il sapere.
Nelle parole dell’opera rimasta incompiuta si legge: “Fra tutti gli esseri solamente all’uomo fu attribuito il parlare, perché a lui solo era necessario. Non agli angeli, non agli animali inferiori era necessaria la parola, e dunque sarebbe stata loro data come cosa inutile: ciò che la natura veramente non vuole fare e non fa”.
Quest’anno oltre a festeggiare i 150 anni dell’Unità d’Italia, Ravenna e Firenze hanno raggiunto un compromesso per iniziare a festeggiare il settecentesimo anniversario della morte del “Sommo poeta” scomparso nel 1321 ed è proprio per questo che la manifestazione di quest’anno è intitolata “Dante 2021”.
L’iniziativa è stata presentata presso i locali restaurati del convento di San Francesco alla presenza del persidente del Gruppo Cassa di Risparmio di Ravenna Antonio Patuelli, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna Lanfranco Gualtieri e il presidente dell’Accademia della Crusca Nicoletta Maraschio.